Michael jackson - Una morte poco chiara

Michael jackson - Una morte poco chiara
Michael Jackson - Una morte poco chiara

sabato 8 ottobre 2011

Michael Jackson: aiuto i bambini perchè ho sofferto



Durante il suo World bad tour a Roma nel 1988, il cantante regalò 10.000 dollari all’ospedale pediatrico del Bambin Gesù. Il tema dell’infanzia, soprattutto dell'infanzia sofferente, è stato più volte associato a quello del re del pop. Michael stesso si era sempre sentito un bambino dall’infanzia perduta.

Ieri, durante il processo a Conrad Murray, medico personale del re del pop, in una registrazione ascoltata in tribunale, risalente al 10 maggio 2009, Michael Jackson, parlando molto lentamente e in modo pastoso perché stordito dai farmaci, ha detto di voler aiutare un milione di bambini, con la costruzione del più grande ospedale del mondo, perché molti bambini sono depressi e non hanno speranza. L’ospedale avrebbe dovuto avere anche un cinema e una sala giochi, un po’ come il ranch di Neverland.
"Amo i bambini perché non ho avuto una infanzia. Sento il loro dolore ". Poi Jackson ha citato anche alcune canzoni da lui cantate: “Heal the World, We Are the World, Will You Be There, The Lost Children: le ho scritte per loro, perché ho sofferto”. Riguardo al tour di This is it: "I miei concerti serviranno per aiutare i bambini, è il mio sogno. Io li amo. Io li amo perché non hanno avuto un'infanzia. Io non ho avuto un'infanzia. Sento il loro dolore. Sento la loro pena e posso occuparmene".

L'accusa sta sostenendo che Murray è responsabile della morte di Michael perché lo avrebbe intossicato curandolo con il Propofol, potente anestetico che l'artista utilizzava per la sua insonnia cronica. La difesa invece sostiene che il re del pop era dedito ai farmaci ed è stato ucciso da un'overdose che si è somministrato da solo.
Difficile dire quale delle due versioni sarà ritenuta attendibile.
Di certo un’altra tessera al mosaico dell’immagine postuma della pop star è stata aggiunta.

Tanti dubbi e stranezze da chiarire, come racconta Mirjana Kovacic nel suo libro intitolato "Michael Jackson - Una morte poco chiara", suscitando interrogativi in merito ad una possibile esistenza di altre verità nascoste.

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